MICHELANGELO CERQUOZZI
(Roma 1602 – 1660)
Grappoli d'uva con fichi e quattro melagrane su un ripiano
Olio su tela, cm 66 x 52


Il piccolo dipinto, che in origine doveva probabilmente decorare un salottino elegante, magari un'anticamera o la sala d'attesa di una villa di campagna, insieme a qualche pendant , si trova in eccellente stato di conservazione e appare di notevole qualità. Presenta in primissimo piano quattro melagrane, di cui tre aperte con i semi rossi ben in evidenza, eseguite con un materia fluida nelle parti di fondo, ma che si addensa e diviene vibrante in tutte le zone luminose, caratterizzate anche da una forte tensione cromatica verso il rosso. Il punto di vista assai ravvicinato altro non è che una memoria della tradizione della natura morta arcaica, anche se l'esecuzione ha ormai perso quel senso di 'lucidità ottica' proprio di quella caravaggesca, e sembra voler coinvolgere visivamente ed emotivamente lo spettatore. L'opera è stata attribuita a Michelangelo Cerquozzi in una comunicazione scritta da John Spike, e mi pare che quest'ascrizione si possa mantenere, sia per ragioni qualitative, sia anche per confronti con una tela, giustamente da lui assegnata al grande maestro romano, pubblicata nel volume Il senso del piacere (Firenze 2002, n. 13): tela con cui il quadro qui studiato condivide dimensioni e impaginazione ravvicinata e concentrata. La datazione agli anni '30 proposta dallo studioso va probabilmente spostata in avanti di qualche anno, proprio perché la stesura materica tende a farsi più guizzante ed evocativa, ormai lontana dunque dalla silente e simbolica contemplatività della natura morta arcaica.